Sono Nicolò Celli, romagnolo di Santarcangelo, classe 1989.
In tempi ormai lontani mi diplomai all’Istituto Tecnico per Geometri. Ma la mia storia nel mondo del lavoro era cominciata molto prima.
Dalle mie parti, da ragazzi, a giugno, finiti gli studi, è un grande classico “fare la stagione” per mettere insieme qualche quattrino sfruttando le molte opportunità offerte dal turismo balneare. Per me non è stato diverso: solo che mio padre, fin dalla tenera età di 11 anni, “la stagione” me la faceva fare – anziché in spiaggia, come la gran parte dei miei coetanei, a lavorare nell’entroterra.

 

 

Dunque, per diverse estati sono stato un giovane romagnolo di campagna. Che di anno in anno, tra un lavoretto estivo e l’altro, un bel giorno si ritrovò in un piazzale a noleggiare macchine industriali: quasi senza accorgermene avevo cominciato a lavorare per la leggendaria Maie spa (Macchine Agricole Industriali Edili) di Ravenna.

 

 

Non credo che a quei tempi fossi del tutto consapevole che, una volta conseguito il diploma di geometra, proprio in quella grande azienda le collaborazioni stagionali si sarebbero convertite nel mio primo “vero” posto di lavoro.
E’ stato l’inizio della mia attività e della mia vita professionale. Che cominciò proprio da lì: dal ruolo di commerciale per la Maie. La straordinaria “palestra” dove tutto è cominciato.

In fin dei conti il lavoro è ancora il mezzo migliore di far passare la vita

Gustave Flaubert

L’ ESPERIENZA ALLA MAIE

Dove eravamo rimasti? Il giorno dopo l’esame di maturità (neanche il tempo di un viaggetto con gli amici per festeggiare…), all’età di anni 19, ero abile e arruolato.
Maie era (ed è) un brand fortemente riconosciuto sull’intero territorio nazionale. Vendita e noleggio escavatori, rulli compressori, macchinari per cantiere di ogni tipo. Un colosso. Mi diedero una macchina, un tabulato et voià: ero il commerciale sul campo per le zone di Romagna e Marche.

 

 

Tutto facile?
Per niente! Anzi, all’inizio fu difficile.

 

 

Moltissimi prodotti a catalogo, di cui non era facile conoscere perfettamente le caratteristiche tecniche. Molti clienti da visitare che non conoscevo: le prime volte dovevo cercare di intuire i loro bisogni e le loro necessità. In più le Marche erano un territorio a me totalmente sconosciuto: anche solo districarmi tra strade, città e paesi era un “lavoro nel lavoro”.

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La somma di tutte queste difficoltà, tangibili e quotidiane, con cui mi confrontai in questo primo incarico, mi fornì forse il primo insegnamento di cui faccio tuttora tesoro: tieni sempre la testa in moto, fa’ ragionamenti sempre diversi, trova soluzioni adatte (possibilmente non convenzionali).

UN INCONTRO DI CRESCITA

Frullando tra cantieri, clienti e studi tecnici… imparando, sbattendo il muso sulle difficoltà, sbagliando… evolvevo. Grazie anche all’affiancamento di figure per me di GRANDE RILIEVO, tanto sul piano umano quanto su quello professionale. Giuseppe Franceschelli, ad esempio, era il veterano della forza vendita Maie: quest’uomo mi insegnò molto, se non tutto, del come si sta davanti ad un interlocutore.

 

Chiudere contratti, l’Obiettivo con la “O” maiuscola di tutti i commerciali. Già da allora aveva per me un doppio significato. Economico, certo: lavoravo con la classica formula “fisso più provvigione” e in fin dei conti portavo denaro all’azienda che mi stipendiava. Ma forse ancor di più mi eccitava l’intangibile idea d’aver conquistato la FIDUCIA di una persona, che sceglieva di affidarsi a me, credendo a ciò che gli avevo illustrato.

 

Il 15 giugno del 2012, dopo esattamente 4 anni, terminò la mia attività dentro la Maie.
Cominciava una nuova, grande sfida: il Consorzio Con.Co.S., realtà dove opero tuttora.

L’ ESPERIENZA ALLA MAIE

Dove eravamo rimasti? Il giorno dopo l’esame di maturità (neanche il tempo di un viaggetto con gli amici per festeggiare…), all’età di anni 19, ero abile e arruolato.
Maie era (ed è) un brand fortemente riconosciuto sull’intero territorio nazionale. Vendita e noleggio escavatori, rulli compressori, macchinari per cantiere di ogni tipo. Un colosso. Mi diedero una macchina, un tabulato et voià: ero il commerciale sul campo per le zone di Romagna e Marche.

 

 

Tutto facile?
Per niente! Anzi, all’inizio fu difficile.

 

 

Moltissimi prodotti a catalogo, di cui non era facile conoscere perfettamente le caratteristiche tecniche. Molti clienti da visitare che non conoscevo: le prime volte dovevo cercare di intuire i loro bisogni e le loro necessità. In più le Marche erano un territorio a me totalmente sconosciuto: anche solo districarmi tra strade, città e paesi era un “lavoro nel lavoro”.

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La somma di tutte queste difficoltà, tangibili e quotidiane, con cui mi confrontai in questo primo incarico, mi fornì forse il primo insegnamento di cui faccio tuttora tesoro: tieni sempre la testa in moto, fa’ ragionamenti sempre diversi, trova soluzioni adatte (possibilmente non convenzionali).

UN INCONTRO DI CRESCITA

Frullando tra cantieri, clienti e studi tecnici… imparando, sbattendo il muso sulle difficoltà, sbagliando… evolvevo. Grazie anche all’affiancamento di figure per me di GRANDE RILIEVO, tanto sul piano umano quanto su quello professionale. Giuseppe Franceschelli, ad esempio, era il veterano della forza vendita Maie: quest’uomo mi insegnò molto, se non tutto, del come si sta davanti ad un interlocutore.

 

Chiudere contratti, l’Obiettivo con la “O” maiuscola di tutti i commerciali. Già da allora aveva per me un doppio significato. Economico, certo: lavoravo con la classica formula “fisso più provvigione” e in fin dei conti portavo denaro all’azienda che mi stipendiava. Ma forse ancor di più mi eccitava l’intangibile idea d’aver conquistato la FIDUCIA di una persona, che sceglieva di affidarsi a me, credendo a ciò che gli avevo illustrato.

 

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